Breakdown Series #5 Paradigm

Matt: Paradigm è una canzone particolare perché è stata creata quasi esclusivamente durante una jam session con Brooks, e ci è piaciuta davvero tanto anche se è una delle poche volte che creiamo qualcosa in questo modo, di solito siamo molto più metodici mentre qui siamo andati fuori dagli schemi e penso si possa proprio percepire. La prima cosa che avevamo era questo ritmo di batteria che aveva pensato Brooks, sentiamolo.

(Drum Rhythm)
Brian: Ha un non so che di tribale, che poi cambia leggermente nel primo verso, si lavora bene su un ritmo del genere.

Matt: E’ decisamente bravo. Se vuoi far partire le chitarre, quello che suoni lì è decisamente complicato.

Brian: Per quanto riguarda la chitarra c’è più lavoro di quanto sembri, ho cercato di tracciare gli accordi così che tu potessi cantarci sopra.

(Intro)
Matt: Nell’intro avevamo questi enormi tamburi e quello che abbiamo fatto in studio è stato abbassarne il tono e farli suonare da Brooks, ascoltiamo questo pezzo velocemente.
Per chi fosse curioso, il motivo per cui l’abbiamo fatto è un tono del genere doveva essere utilizzato per un ritmo così veloce perché è un tono più leggero e quasi scattante, se lo cerchi nel mixaggio, nella parte iniziare dove hai bisogno di forza e peso ma anche di molto spazio, aiuta qualcuno come Andy Wallace ( Produttore discografico ) ad inserire più forza di quanta non ce ne fosse all’inizio.

(Vocal melodies)
Questa è stata una canzone particolarmente difficile da sistemare con la melodia vocale che volevamo. Non cercavamo qualcosa di tipico ma più su un blues  rilassato. O ‘narcotizzato’ come lo chiamiamo noi. Abbiamo utilizzato molte note interessanti e c’è molto da dire sulle chitarre.

Brian: Si quando ascolti la track isolata, percepisci più uno stile che si avvicina al gothic, potresti tranquillamente cantare qualcosa di stupido con quella base ma noi volevamo che fosse serio.

Matt: Un’altra cosa che abbiamo imparato dalla trascrizione degli spartiti di altre band è proprio che spesso un elemento senza tutto il resto suona quasi stupido. Potrebbe suonare pop, e poi la melodia vocale lo trasforma in qualcosa di dark, quindi teniamo qualunque sia la traccia e sappiamo di doverla poi trasformare in qualcosa di bello.

Brian: Si scegliamo un ‘vibe’ e restiamo fedeli.
Strano. Proprio un ritmo strano.

Matt: Si abbiamo già inserito l’armonia a questo punto.

Brian: Che è l’accordo del secondo pezzo, quindi quello che stai cantando è l’accordo del secondo accordo e vedi come praticamente si trasforma in quel secondo accordo, stesse note e poi eccolo… e’ come se facesse prevedere quello che segue.

Matt: E l’armonia diventava banale qui, quindi c’è sembrato meglio lasciare la sola voce. Cosa stai facendo qua?

(Guitar textures)
Brian: Si questa è una backtrack, in alcuni di questi versi abbiamo inserito delle parti per gusto, per migliorare la texture, capisci.

Matt: C’è dell’influenza dei Soundgarden qui, un suono un po’ sporco

Brian: un po’ grunge.
E’ strano vedi, magari non lo senti nel dettaglio ma c’è, unisce.

(Pre-chorus)
Matt: Spostiamoci sul pre-coro, volevamo renderlo un po’ più fluido così abbiamo usato un registratore vecchia scuola, poi l’abbiamo mandato a LA da Joe e lui l’ha rimandato a Wallace, quando lo ascolti nelle cuffie è cose se la voce salti, questo probabilmente è l’effetto originale.
E ci siamo tenuti una sola traccia vocale senza inserire troppe armonie e renderlo più carino. Questo ritornello ci ha fatto perdere un sacco di tempo e penso che fondamentalmente fosse facile.

(Chorus)
Brian: Quando abbiamo scritto penso fosse tipo la seconda cosa che abbiamo ideato e quando ascoltavamo tutte le opzioni non riuscivamo a risolvere il problema, molto frustrante

Matt: L’abbiamo messo da parte per un bel po’, poi ci siamo tornati e a te e Johnny piaceva – Davvero, davvero? Va bene. Penso che le note iniziali ‘I’m way up, a god inside…’ e poi quel pezzo di musica, avevano bisogno di lavoro, molte cose da sistemare ma ce l’abbiamo fatta, è una delle mie preferite ed il ritornello è anche uno dei motivi per cui lo è.

Brian: Suona bene il lavoro che abbiamo fatto, ha quasi un sentore punk rock, nessun effetto, solo ottave.
Il vocale basso isolato.

Matt: E lo scream. Andiamo da quello allo scream

Brian: E’ divertente da sentire da solo

Matt: Penso che una cosa importante per chi scrive canzoni è assicurarsi che i versi non siano sempre uguali, è meglio che siano diversi, nel primo verso fai qualcosa di completamente diverso sulla chitarra solita, nel secondo lasci stare tutto quello che hai fatto prima e fai qualcosa di completamente diverso.
Questo è un esempio perfetto del perché ero così entusiasta di lavorare a questo cd e con Brooks, ci siamo detti ‘okay, partiamo da qui e dove possiamo arrivare’ ci sono milioni di cose che puoi realizzare e rimanere nello standard ma lui, invece, se ne è uscito con questa roba, ed io ero tipo ‘ma che cazzo, è troppo figo.
Okay stiamo ingranando e alla fine ci siamo lasciati andare e ad ogni cambiamento ci sentivamo dire ‘ragazzi che cosa state combinando?!’ che è un po’ diventato il tema dell’album, in un certo modo.
Se ti concentri sull’assolo, è come se ci fossero una serie di mani che costruiscono un muro velocemente.
Questa era una Jam Session, non avevamo pensato a queste note, era estate, io suonavo la chitarra ritmica, tu l’assolo. Ci siamo solo assicurati di non annoiarci.

Brian: Si parliamo dell’assolo velocemente.
C’è un po’ di riverbero, questo è fatto solo con l’hellwin e la chitarra, ho ottenuto questo suono davvero strano in studio. Quando lo estrapoli dal resto sembra un po’ approssimativo e pieno di artefatti ma fa tutto parte dell’effetto che volevamo ottenere. Si, fa un bel po’ di rumore.

Matt: E se pensi alla batteria, ritengo che nulla di quello che c’è sia prettamente heavy metal, lui suona su un altro livello, a mio parere. Quello che fa con i piatti durante l’assolo di chitarra diventa una cosa super interessante perché non ti rendi conto di tutto quello che effettivamente sta succedendo.
La cosa divertente è che Brooks può fare queste cose tutto il giorno e noi dobbiamo sempre incoraggiarlo. Ed è dura magari al primo ascolto perché non ti basta un ascolto per capire, è impossibile. Sono i dettagli che impari ad amare piano piano.

Brian: Imparando cosa effettivamente funziona al livello musicale durante il lavoro di questi anni su diversi album e con persone straordinarie come Joe Barresi ( ingegnere e produttore discografico ) inizi a pensare: che tono voglio usare, tu che ne pensi?
E magari poi lui da lì impostava questi assurdi escamotage musicali ed in quel modo iniziavi a suonare roba assurda.

Matt: Inizia il crescendo nell’ultimo ritornello.

Brian: E’ pressoché una riarmonizzazione del coro, facciamo la stessa cosa ma rendendolo più cupo, lottiamo sempre per fare almeno cinque differenti bridge e rendere la canzone il più ‘avventurosa’ possibile e poi ci entusiasmiamo ancora di più quando possiamo prendere quella natura avventurosa e completare il lavoro nel modo migliore.

Matt: Penso che la fine sia solo una parte di abbellimento.
Avevamo altre parti scritte per questo pezzo ma questa era adeguata alla canzone, l’altra probabilmente era meglio a livello di qualità.

Brian: Si ci piaceva all’inizio e ricordo che la volevo proprio, penso che se fosse stato anni fa avremmo scartato entrambe – Questa però ha più senso nel complesso. Mi piace molto il piano. Di nuovo il Pedal tone o pedal cord sopra, che mantiene il giusto vibe, c’è proprio il Motif inserito lì.

Matt: Diamo un’occhiata ai power chords – Ricorda proprio Ozzie e quel sound dark
Anche riascoltando le vecchie registrazioni vocali, per me, questa supera tutto perché è così reale, una voce principale, un mix di voci, puoi percepire la profondità tra gli altri ed i bassi, la differenza di tono e per me da una potenza incredibile. Mi  ricordo di aver registrato questa canzone prima e poi io e Zack abbiamo parlato di quando la voce suonasse diversa, a me non lo sembrava, e quando il cd è uscito erano tutti sul – ma che cazz! – quasi scioccante come quando abbiamo rilasciato City of Evil. Anche lì, ho pensato non suonasse così diverso da Waking the Fallen e poi invece la voce era diversa, dimostra tutto il lavoro di questi anni, lo studio per acquisire la capacità di cantare su range diversi, ora canto con più facilità, quindi quando sento quel vocale penso che sia fantastico

Brian: E per questo motivo riusciamo ad avere una registrazione più pura, ci abbiamo lasciato molte idiosincrasie e carattere. Se hai eseguito questa o quella nota perfettamente, o l’inflessione con cui hai detto qualcosa accompagnata magari da una parte che non è perfettamente a tono, beh noi abbiamo lasciato tutti questi particolari, cosa che prima non avremmo mai fatto e questo ti permette di percepire tutta la cruda personalità e l’intento di ogni canzone.

Matt: Se analizzi la musica dei Queen o dei Pink Floyd troverai sempre delle imperfezioni a livello vocale ma il prodotto finale è eccezionale. E’ reale.

Brian: E’ decisamente reale

Matt: Beh, ecco Paradigm!