Galleria fotografica e recensione del concerto di Kawasaki (Giappone), Geki Rock

Geki Rock ha condiviso una recensione sul concerto di ieri 14 aprile a Kawasaki, Giappone con tanto di galleria fotografica.

14 aprile 2012 @ Kawasaki Club Città

A un anno e mezzo circa dal Loud Park 10 e a 4 anni dall’ultimo headline tour in Giappone nel 2008 si apre oggi il Japan tour degli Avenged Sevenfold. Nonostante il maltempo e il freddo pungente tantissimi i fans che attendono con ansia il ritorno degli A7X all’interno del venue place ovviamente sold out.

Il concerto si apre con Nightmare tratto dall’ultimo album omonimo. Il palco, con al centro l’enorme batteria a doppia grancassa installata sopra un basamento a forma piramidale, è costruito a mò di fortezza. Ed ecco che parte l’intro al quale si uniscono le due chitarre e il basso. La voce di potente di Shadows a completare il quadro e la folla esplode in grida di gioia.
Si prosegue con la dinamica Critical Acclaim dove la combo delle chitarre di Zacky e Synyster ci delizia con la sua tecnica vigorosa.
E’ qui che viene presentato il batterista di questo tour. L’ultima volta in Giappone al posto di The Rev come batterista di supporto c’era Mike Portnoy (ex Dream Theater) che ha anche partecipato all’album in studio. Stavolta invece dietro alle pelli c’è Arin Ilejay (ex Confide)che dall’anno scorso partecipa come turnista. Ovviamente il veterano Portnoy è eccezionale ma anche Ilejay è in perfetta sintonia con lo stile degli Avenged Sevenfold e si è subito integrato nel gruppo.
Si passa quindi a Welcome To The Family con l’esplosivo assolo iniziale di Arin. A seguire Almost Easy preceduto da Shadows che arringa la folla: “Vi piace l’heavy metal? E vi piace veloce, pazzo e fottutamente rumoroso??” e rivolge il microfono ai fans che rispondono con un coro.
Dopo di che è il momento della malinconica Buried Alive seguita da So Far Away, pezzo dedicato a Jimmy ‘The Rev’ Sullivan, il batterista originale scomparso nel 2009. Sia per i membri del gruppo che per i fan si tratta di una canzone commemorativa. Si continua su questa scia commovente con la drammatica Afterlife. Proprio quando l’emozione del pubblico raggiunge l’apice viene rivelato che c’è una videocamera che sta registrando: “Il live di stasera diventerà un dvd quindi voglio vedervi pogare come pazzi!” e si parte con Beast and the Harlot. Il pubblico non se lo fa ripetere due volte e l’atmosfera si surriscalda sempre più. È poi la volta della romantica A Little Piece of Heaven con il suo struggente intro al pianoforte. Per i cori viene utilizzata una registrazione della voce di The Rev.
“C’è qualcuno qui che verrà anche il 16 aprile? Faremo canzoni diverse rispetto a oggi!” annunciano.
Il rush finale con Bat Country, Fiction e Unholy Confessions. La folla si scatena in un pogo infernale e il concerto si chiude in un’ atmosfera davvero incandescente. Un’ora e mezza di energia pura, niente di più appropriato per la data di apertura.

(Si ringrazia Gaia per la traduzione)

claire

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