Pre-ascolto di Milano – recensione #5

Altra recensione! Oggi la parola alla nostra Federica.
Prima impressione su Hail to the king é stata per me molto positiva. Le sonorità sono più metal si sente l’influenza dei Maiden, Guns e Pantera mantendo la forte personalità della band. Le differenze con gli album precedenti ci sono, ma cone per qualsiasi altro loro album, non sono comunque radicali come si poteva pensare dalle loro interviste. Per me l’album é semplicemente un’evoluzione della band. Per quelli che hanno avuto delle perplessità su Hail to the king non è assolutamente un album mainstream e anche il lavoro di Arin mi è sembrato molto buono. Il singolo non è di sicuro il brano più adatto per giudicare l’album.
Sheperd of Fire: ottima scelta come intro al cd. L’inizio è particolare si sentono campane, fiati dai quali parte un riff di Syn e la batteria impeccabile. È una bella canzone che dà una bella botta da subito.
Hail to the king: mi era piaciuta subito e soprattutto dopo i video live, qualità permettendo. Ammetto che non c’entra niente con il resto dei brani ascoltati, ma la trovo sia una buona canzone, potente, da live.
Doing time: canzone ritmata. Voce di Matt potente, toglierà dubbi a chi ne avesse mai avuti. Bello il riff di Gates all’inizio. Nella canzone si sente l’influenza dei Guns, brano che avrei visto bene anche in City of evil.
This means war: é la canzone, insieme a Requiem, che mi ha colpito di piu. Quella del primo trailer. Molto forte, impossibile stare fermi. Tra quelle ascoltate é quella che più spero di sentire al concerto. Devasto assicurato.
Requiem: é molto difficile trovare le parole per descriverla. Molto particolare atmosfera cupa, solenne accentuata dal coro in latino. Rimane molto in testa, già dal teaser per me era stato cosi.

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