M Shadows ospite di Tuna on Toast

M Shadows è stato intervistato da Ted Stryker, nel nuovo episodio di Tuna on Toast, a Las Vegas, dopo il primo show della band. Una bellissima intervista di circa venti minuti che vi consigliamo di guardare nel video completo che trovate in allegato. Gli argomenti sono stati molteplici e tutti interessanti: dal reazioni della band e la risposta del pubblico al primo show, insight del nuovo cd idee e ispirazioni che ci sono dietro, la preparazione della band per i futuri concerti, la voce di Matt e tanto altro ancora.

Ecco un nostro recap.

S: Come ti senti a dodici ore dalla fine dello show dopo così tanto tempo?

M: E’ stato il primo in 5 anni e sai com’è, andava ‘tolto di mezzo’ per rompere il ghiaccio, è stato un po’ stressante. Dopo i primi 10 minuti mi sono sentito di nuovo a casa.

S: E ti è passata subito l’ansia?
M: Si dai abbastanza rapidamente, ho guardato la cosa in prospettiva, eravamo là per divertirci c’erano i fan, non era necessario prenderla così seriamente.

S: Come vi siete preparati per questo evento?
M: C’è molto lavoro di produzione per questo nuovo tour, bisogna far in modo che le canzoni nuove si possano amalgamare a quelle vecchie ma a dire il vero nel concerto di ieri non c’è stata produzione, solo musica. Andando avanti ovviamente ci saranno molte più prove e preparazione. Brian sta lavorando tantissimo sulla programmazione, i toni, i cori e tutto il resto, lui è quello più impegnato a combattere la tecnologia. E’ molto lavoro, c’è la parte del merchandise, promuovere l’album… ma alla fine quello che conta davvero è la musica. Noi abbiamo un ottimo management alle spalle che ci aiuta in tutto fortunatamente.

S: Com’è stato suonare le tre canzoni nuove : Nobody, We love you e Game over?
M: E’ andata molto meglio di quanto mi aspettassi. Noi siamo molto consapevoli dell’effetto nostalgia: la gente ha un idea di come vuole che tu sia esteticamente, del tipo di musica che devi fare, di come devi parlare; io penso che devi essere libero altrimenti vieni completamente imprigionato dall’aspettativa. Quindi quando siamo saliti sul palco e abbiamo avuto quella risposta dai fans – per esempio con We love you sembrava un dance party e la canzone era uscita solo la mattina. – per me è stato un segno positivo. A volte il fandom tende a dettare legge ‘ io pago e voglio sentire le canzoni famose ‘ ci sono band come i Metallica che suonano sempre cose nuove e si reinventano, alla gente non piace, ma quello ti permette di essere interessato a quello che stai facendo.
Noi eravamo molto interessati a vedere che risposta avremmo ricevuto dai fans, penso che se noi ci divertiamo, anche i nostri fans possono divertirsi. Se andassi e suonassi solo le vecchie canzoni mi sentirei  bloccato nel fango. Non ho niente contro quelle canzoni ma sono state scritte da ventenni e noi non siamo più quelle persone. Le apprezzo ma devo essere libero di fare qualcosa di nuovo. Penso che come artista devi offrire qualcosa di interessante che gli faccia sentire che state crescendo insieme non in maniera separata.

S: Vedo che indossi una maglietta dei Daft Punk, ho sentito tutto il vostro album e ti ho scritto, come complimento ovviamente, che magari i Daft Punk potrebbero rilasciare un secondo Ram con dentro una vostra collaborazione ed io lo amerei. Sono stati d’ispirazione al vostro album per caso?
M: Beh sì, l’album ha radici nel rock/metal, in come vuoi chiamare quel tipo di ‘aggressivita’ ma è molto strano perché molti anni fa ho parlato con Pete Wentz riguardo l’album dei Kids see ghost di Kanye e Kid Cudi soprattutto riguardo una canzone che si chiama ‘Free’ e lui raccontava di aver parlato con loro e che loro avevano cercato di incanalare l’energia dei Led Zeppelin nella parte di batteria, diciamo una loro interpretazione dei LZ.
Quando io ascolto band come i Daft Punk, Rammstein e tutto il resto ho una mia reinterpretazione di quello che ascolto ma con una chiave metal quindi penso che quello che hai ascoltato è sì molto Daft Punk ma in realtà è molto coraggio nell’usare la tecnologia tipo a livello vocale, o funk. E non essere spaventato dal fatto che essendo una band metal non può suonare diverso. Sei stato bravo a coglierlo, quindi sì c’è l’influenza dei Daft Punk.

S: Voglio chiederti riguardo le canzoni 8, 9 e 10
La otto si chiama G
La nove (O)rdinary
La dieci (D)eath. Quindi G O D, penso che lo sappiano tutti ormai, non sono io il genio.
M: Sono tre vasti stili diversi, penso che tu l’abbia sentito, per questo siamo stati influenzati da sicko mode di Travis Scott che stavamo ascoltando in quel periodo, c’è quel verso di Drake all’inizio e poi si interrompe proprio quando ti sta coinvolgendo e passa ad altro e poi ad altro. E mi piaceva questo effetto ADHD che rispecchia un po’ la società in cui viviamo. Ho notato che mi piacciono i cd brevi in questo periodo, quindi volevamo fare qualcosa che non fosse otto minuti di Frank Sinatra ma due minuti con Sinatra che incontra il mago di Oz, e poi qualcos’altro tipo i Daft Punk per due minuti. A livello di testo invece God è proprio il Dio che tutti immaginiamo, quando ci pensiamo, che pensa ‘non sono stato molto bravo in questa creazione, eliminiamoli’, in O entra in gioco l’AI che è più robotica con quel Daft Punk vibe che pensa ‘ sono umano? Provo dei sentimenti? E si passa alla D che è più esistenziale e triste, il pensiero mondano di non trovare libertà finché la vita non finisce, molta gente ci pensa ma non ne parliamo mai apertamente. Capita a tutti di sedersi nel letto e pensare che cosa sto facendo, non vivrò per sempre, pensieri profondi che spaventano. Abbiamo unito tutte queste cose diverse in un pacchetto di due minuti e le abbiamo concentrate in questa idea che noi abbiamo chiamano Dio. E’ un termine vago ma che include moltissimo

S: C’è una canzone che si chiama Cosmic nel cd, lunga tipo sette minuti. Io l’ho amata, è tra le mie preferite, c’è speranze che la suoniate dal vivo?
M: Si, non nel primo round sicuramente. Abbiamo fatto un listening party e abbiamo saputo che tutti sono impazziti per questa canzone. Ci sono canzoni che non sono mai state singoli tipo ALPOH o Afterlife che sono state rese grandi dai fans e penso che anche Cosmic andrà per quella strada. L’abbiamo provata tante volte e suonava molto bene.

S: Quando provate cose del genere, ci sono vari livelli di frustrazione iniziali o riuscite subito ad ottenere i risultati voluti?
M: E’ soddisfacente dopo ore di prove ottenere un risultato. Fino a quel momento hai sentito solo al versione che hai in studio, quindi realizzarla davvero, suonando tutti gli strumenti e vederle prendere forma mentre sei proprio lì è estremamente appagante. E’ divertente, puoi fare molte cose.

S: E’ stata una scelta voluta che l’album finisse con quella bellissima parte strumentale che quasi si riallaccia alla prima canzone ma unendo davvero una miriade di sentimenti diversi?
M: Lo definirei un fortunato errore. Ci siamo accorti che stava succedendo ed era bello ma non lo abbiamo fatto di proposito, volevamo che l’album finisse come la vita, ‘la vita non è altro che un sogno ’… ti guardi indietro ad ottant’anni e sei o estremamente felice e soddisfatto o pieno di rimpianti, confuso su dove andrai dopo. E se torni all’inizio e senti tipo Game Over sembra che si tratti dell’inizio della vita dove tutto ti è dato, un giorno bellissimo, pieno di fiori. La vedo come un’ottima metafora della vita e di tutto quello che viviamo

S: Se pensi al te stesso di 15 anni fa, non come artista ma come persona, quanto diverso o uguale sei?
M: Sono la stessa persona con una completa consapevolezza di quanto l’ego può essere tossico e quanto governi le nostre azioni, quando sei giovane e non c’è nessuna separazione tra il tuo ego e te stesso e non rifletti neanche sui tuoi pensieri ma agisci e basta, pensi di non avere il controllo, quando invecchi invece capisci di poter avere il controllo. Quando mi guardo vedo la stessa persona con più controllo e con una maggiore capacità di scelta su come voglio reagire a certe situazioni. Il giovane me reagirebbe e basta senza pensare alle conseguenze, se qualcuno dicesse qualcosa reagirei magari mi arrabbierei e tutto il resto. L’ego ti fa reagire tantissimo ma se tu riesci a fare un passo indietro da quella realtà come il me di adesso, è come essere sempre un passo avanti ad osservare i miei sentimenti e vedere come si combinano per prendere una decisione. Praticamente sono la stessa persona con una prospettiva diversa.

S: Lo show di ieri sera è stato fantastico, se non l’ho già detto. Ho avuto i brividi per tutto l’entusiasmo portato da voi e dalle persone presenti. C’erano anche i tuoi figli, come è stato per te?
M: E’ stato incredibile, avevo sentito un podcast di Sam Harris prima dello show che mi ha davvero colpito, diceva di pensare alle persone che amiamo, non sappiamo quanti momenti passeremo con loro quindi quando le avremmo viste di nuovo avremmo dovuto fargli capire quando le amiamo e quello mi è davvero rimasto impresso, perché volevo che loro capissero cosa stava succedendo che salissero sul palco e percepissero l’energia vera. Tutto quello che conoscono è papa’ su youtube o papa’ è in studio o papa’ è con zio Brian che combina qualcosa di là o papa’ canta nella doccia ‘wow’; quindi andare davvero ad uno show e vedere con i propri occhi è stato diverso. Mio figlio Cash ha otto anni e si è messo a piangere, è emozionante fargli vedere cosa faccio, quando abbiamo suonato l’ultima volta mio figlio River aveva 5 anni e Cash tre. Adesso possono vedermi e pensare ‘ah è questo che fa papa’, è vero.’ Quindi si è stato molto bello

S: C’è stata la possibilità che il vostro show venisse cancellato perché giocavano i Lakers?
M: Si. (ride) Noi siamo tutti grandi fans, non potevamo credere che giocassero mentre eravamo sul palco. Volevo far proiettare la partita ma non è stato possibile ovviamente. Sono stato arrabbiato tutta la giornata per aver perso il game five cosa che li ha portati a giocare il game six, poi ho saputo che abbiamo vinto e mi sono sentito meglio.

S: Durante lo show vi siete fermati completamente perché un vostro fans è stato male ed è svenuto. Pensi sia stata la cosa giusta da fare, cosa hai visto? Cosa hai pensato?
M: Ho gia’ parlato di questo altre volte, capita spesso che ci siano persone che cercano di fermare lo show per un motivo o per l’altro. Se vedi una persona a terra mentre tutti si muovono e sono con le mani alzate vuoi subito intervenire prima che capiti qualcosa di brutto che può rovinargli la vita drasticamente, quindi si abbiamo fermato lo show, li abbiamo fatti uscire dalla bolgia e abbiamo continuato, penso stiano bene.

S: Come sta la tua voce adesso? Una cosa sono le prove una cosa è esibirsi davvero
M: La mia voce sta benissimo, sto usando un altro tipo di approccio, il vecchio me avrebbe spinto in maniera esagerata, ci sono cose che non mi piacciono della mia voce e elementi invece che mi piacciono, cose su cui lavorare. Penso che niente nella vita sia permanente ma se ti dai l’opportunità di combattere un altro giorno, lavorare sulle cose su cui ti serve lavorare, provare l’emozione di stare fuori e quando sei troppo eccitato e vuoi spingere e la laringe sale ti devi dare una calmata e fare un passo indietro. E’ come un giocatore di NBA che tira oltre il canestro o è troppo basso. Ci sono cose a cui ti devi abituare, un nuovo groove, un nuovo vibe, quindi per me sta tutto nella giusta propensione mentale: tutto si può sistemare, tutto si risolve, ci si può lavorare sulle cose. Dunque si la voce sta bene, non mi sono fatto male, sono pronto per la prossima, ho del lavoro da fare come tutti nella band, nelle loro parti. Noi lavoriamo molto su quello che facciamo, riguardiamo anche le performance.

S: E’ una cosa che fate spesso, riguardare i vostri show e criticare ciò che vorreste diversamente?
M: Sì, io sempre. Cantare è una mia passione e voglio andare la fuori e dare il meglio. Mi do un sei per lo show di ieri sera rispetto a quello che so che posso fare, mentre la band è stata fantastica gli darei un otto. Voglio arrivare a 10. Per quello serve ripetizione, appunti, mentalità analitica e critica su quello che deve essere migliorato, non direi mai ‘va beh la prossima volta andrà meglio’ no, devo capire come e cosa fare meglio.

S: Sick New World apre oggi, tu ci sei stato, cosa hai visto?
M: Volevo vedere Scene Queen, è un artista che mi interessa molto. Mi piace la musica abrasiva che causa controversie e secondo me lei sta facendo roba interessante e volevo vedere com’era. Non l’ho mai incontrata, solo qualche interazione su twitter. E mi è piaciuto molto, è stato divertente. Ho una lista di band che vorrei vedere, penso che la nostra lista sia simile.

Che weekend a Las Vegas, dopo il vostro show, anche tutto questo spettacolo! Siamo fortunati.

 

Anita

 

 

 

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