1. Cincinnati & Boston 06/09-10-2013

SCALETTA:
1. Shepherd of Fire
2. Critical Acclaim
3. Welcome to the Family
4. Hail to the King
5. Doing Time
6. Buried Alive
7. Fiction
8. Nightmare
9. This Means War
10. Afterlife
11. Guitar Solo / Band Jam Session
12. Requiem
13. Bat Country
Encore: Chapter Four
Unholy Confessions

“Avete mai fatto una follia? una di quelle cose per cui si ricevono sguardi di traverso e commenti negativi? Io si, e sapete una cosa? ne sono estremamente fiera!
Tutto è cominciato con un problema, o per lo meno quello che io considero un problema, quando le mie band preferite suoneranno in Italia io non ci sarò. Non potrò esserci perché a causa del mio lavoro sarò dall’altro lato del mondo e, a meno che qualcuno non inventi il teletrasporto non c’è modo che io possa essere li… Il fatto è che io, senza concerti, non ce la faccio a vivere, per me sono come l’ossigeno, indispensabili! Stavo cercando una soluzione, non potevo rinunciare a quell’ossigeno, ed eccola la situazione da sguardo di traverso, perché non andare a vedere i concerti negli Stati Uniti? Ottima idea!! Le date combaciavano perfettamente con i miei impegni di lavoro e io ero pronta a fare qualsiasi cosa per vederli di nuovo! Ero pronta a passare 10 giorni completamente da sola in giro per gli Stati Uniti? che domanda, mi sembra ovvio!!
Ed eccomi pronta, il 2 ottobre, valigie piene di vestiti, scarpe, e qualche sogno che è passato dal cassetto alla valigia per seguirmi. Ci sono volute 30 ore ma alla fine sono arrivata a Columbus in Ohio, un posto che non consiglierei a molti, è una città piuttosto squallida, ma chi se ne frega, il primo concerto, quello dei 30 Seconds to Mars è li, e questo basta a rendere questa città speciale!! Non mi soffermo molto a raccontarvi di quel concerto, vi dico solo che è stato meraviglioso.

La fermata successiva è stata Cincinnati, sempre in Ohio, sicuramente un posto più interessante rispetto a Columbus, ma, anche in questo caso l’unico motivo per cui porterò sempre questa città nel cuore è il concerto che sono andata a vedere. Dopo circa 2 anni e 1/2 quella sera (6 ottobre) ho finalmente rivisto gli Avenged Sevenfold! Questo concerto l’ho visto dalla tribuna poiché, purtroppo, quando ho prenotato il biglietto il parterre era già sold out.

Le band di apertura non mi hanno entusiasmata particolarmente, o, per lo meno, i Deftones sono molto bravi, i Ghost mi chiedo ancora cosa ci facciano in tour con i Sevenfold, vabbè.. Quando i Deftones hanno finito di suonare e i loro strumenti sono scomparsi dal palco ho iniziato a stare male, non male seriamente, diciamo che ero un po’ agitata, avevo aspettato così tanto per quel momento e stava per arrivare, c’eravamo quasi, pochi minuti e loro sarebbero saliti su quel palco per farci sognare. Improvvisamente si spengono le luci, il telo che copre il parco cade e si sente il rumore della pioggia, l’inizio di tutto. Mi manca il respiro, non riesco ancora a credere di essere li, so già che questo concerto durerà poco, i concerti durano sempre poco, quelle 14 canzoni non saranno abbastanza per saziare la mia infinita voglia di musica, della loro musica.

Il primo a salire sul palco è Syn, accolto da un boato, gli occhi di tutti fissi su di lui mentre comincia a suonare Shepherd of Fire, un brivido mi percorre la schiena, come fa a trasmettere tante emozioni semplicemente suonando una chitarra? Uno dopo l’altro arrivano gli altri, Arin, Zacky e Johnny e infine Matt, ognuno accolto da un boato, ognuno accolto come un vecchio amico da una massa di persone che li adora, che vive attraverso le loro note, le loro canzoni. Le canzoni vanno via come il vento, una dopo l’altra, Critical Acclaim, Welcome to the Family, Hail to the King.. Dopo Bat Country ringraziano e vanno via, molta gente si alza e se ne va, convinta che il concerto sia finito, io so che mancano ancora due canzoni e sto li in attesa, ho bisogno di altro ossigeno, ho bisogno di stare ancora bene.

Passano pochi minuti ed eccoli di nuovo sul palco, strumenti in mano ed energia da vendere, è il momento di fare un tuffo nel passato, suonano Chapter Four, e poi cominciano a suonare Unholy Confessions. Mi chiedo se si può essere super eccitati e super tristi allo stesso momento.. amo Unholy Confessions, l’energia che quella canzone riesce a trasmettere è incredibile, ma so che è la fine, è l’ultima canzone e poi andranno via da quel palco, si accenderanno le luci e sarò costretta a tornare alla normalità.. E purtroppo quel momento arriva, ringraziano di nuovo, lanciano plettri, bacchette e scalette dal palco e poi vanno via, un improvviso vuoto si crea dentro di me, mi mancano già.. l’unico motivo per cui riesco ad andare via è che so già che li rivedrò dopo 3 giorni a Boston, non vedo l’ora!!!!

Tre giorni dopo, il 9 di ottobre, sono di nuovo li, estremamente felice ed eccitata perché anche stasera li vedrò.. questa volta ho un VIP ticket, con tanto di tour del backstage ed early entrance. Mi dirigo al botteghino dove mi vengono consegnati il biglietto e un pass, e poi dritta al punto di riunione. Entriamo nella venue, e tutto sembra irreale, li ci siamo solo noi, la crew che sistema il palco e la security. Il ragazzo che si occupa dei VIP ticket ci porta al lato del palco e ci dice che andremo a gruppi, ci chiede di stare attenti ai cavi, ci avvisa del fatto che la zona palco e backstage sono piuttosto pericolose perché ci sono fuochi d’artificio e gas quindi ci chiede di prestare la massima attenzione.

Andiamo nel backstage e la prima cosa che vediamo sono le chitarre di Syn e i bassi di Johnny, rimango bloccata, in adorazione, riesco a fare un paio di foto e poi ci spostiamo verso “il mondo di Zacky” (è così che lo chiama il tipo), tutte le sue chitarre sono li. Passiamo dal retro e vediamo la figura gigante che domina sul palco, ma noi la vediamo di lato, mentre è ancora accucciata.
Ritorniamo di fronte al palco, è il momento di prendere posto perché stanno per aprire i cancelli. Mi posiziono davanti, in prima fila, attaccata alla transenna, al centro, proprio di fronte a Matt. Aprono i cancelli e centinaia di persone cominciano a correre verso di noi, faccio un patto con me stessa, non lascerò questo posto per nulla al mondo, dovrò resistere a tutto, spinte, gomitate, calci, non importa, starò li fino alla fine.

Ecco di nuovo i gruppi di apertura, confermo ciò che ho detto prima, i Ghost non mi piacciono, preferisco i Deftones anche se non rientrano tra le mie band preferite. Alla fine dell’esibizione lanciano i plettri e io ne prendo uno, spero non sia l’unico souvenir della serata. Ed ecco di nuovo quell’eccitazione che si impadronisce di me, tra poco saranno li, di fronte a me, ma stavolta saranno vicini, estremamente vicini.
E poi arriva quel momento magico, si spengono le luci, cade il telo e si sente il rumore della pioggia, quello è l’inizio di un’altra serata perfetta, quello è l’inizio di un sogno!

La scaletta è praticamente uguale a quella di Cincinnati, ma poco mi importa, le emozioni sono completamente diverse. Ad un certo punto tiro fuori la mia bandiera della Sicilia, l’avevo portata per il concerto dei Mars e poi ho deciso di portarla anche al concerto dei Sevenfold. Il primo a vederla è Johnny che si ferma un attimo a leggere cosa c’è scritto (from Sicily just for you), mi sorride e mi fa l’occhiolino, il mio battito cardiaco accelera.. poi si avvicina Matt, anche lui si ferma un attimo a leggere cosa c’è scritto e mi fa segno con la mano, con il pollice alzato come a dire “cool”, a quel punto il mio battito cardiaco è impazzito, non riesco a credere che abbiano visto la mia bandiera!!

Ma la mia felicità dura poco, Matt si ferma e presenta la canzone successiva.. la prossima canzone si chiama Fiction e la dedicano a The Rev. Johhny e Zacky non sono sul palco, la canzone viene suonata solo da Syn, Matt ed Arin, le foto di Jimmy passano sullo sfondo e si può chiaramente vedere che, anche dopo tutto questo tempo, loro stanno ancora male. E’ un momento struggente, ho la pelle d’oca e le lacrime agli occhi, non importa quanto tempo passa, ci sono cose che non possiamo accettare e persone che non possiamo dimenticare, e Jimmy è una di queste persone.  Dopo questi minuti di infinita tristezza si torna alla normalità, i ragazzi riprendono a suonare con tutta la loro energia, canzone dopo canzone.. anche stavolta il tempo sta volando.
Ad un certo punto spariscono tutti dal palco, tutti tranne Syn, è il momento del suo assolo. Si mette esattamente di fronte a me e comincia a suonare, è incredibile quello che riesce a fare con quelle sei corde, rimango imbambolata a guardarlo e ad ascoltare quelle note meravigliose. Dopo qualche minuto Arin si unisce a lui e cominciano a fare una band jam session, anche Zacky e Johnny si uniscono a loro e poi suonano Requiem.

Ed eccoci di nuovo ai ringraziamenti, quelli finti perché sappiamo che c’è l’encore.. Tornano sul palco e suonano Chapter Four e Unholy Confession. Mi sento come in un deja-vu, ecco di nuovo quella sensazione di eccitazione e tristezza, quella consapevolezza che tutto sta per finire. Suonano quelle ultime note e il mio cuore va in frantumi, stavolta non ho idea di quanto tempo passerà prima che li possa rivedere.. Si accendono le luci e loro sono ancora li, cominciano a lanciare plettri e bacchette, Johnny mi tira un plettro e riesco a prenderne anche uno di Zacky, Matt tira una setlist, poi ne va a prendere un’altra e me la tira dritta nelle mani. Salutano e vanno via.. è veramente finita e la tristezza si impadronisce di me!

Uscendo dalla venue vado a cercare i tour bus, non ho intenzione di andare a dormire, non ce la farei comunque a causa dell’adrenalina che mi scorre nelle vene. Ci sono già un po’ di persone appostate li ad aspettare. Il tipo della security ci dice che non usciranno almeno fino alle 3, come se fosse un problema.
Man mano che passa il tempo alcune persone rinunciano e vanno via.. conosco un po’ di gente, tutte persone fantastiche, tutti che rimangono sconvolti quando scoprono che sono venuta dall’Italia per il concerto. Più o meno alle 2 siamo rimasti in pochi, circa 12 persone, gli intrepidi che non riescono a rinunciare.

Passa ancora un po’ di tempo e poi qualcuno si dirige verso di noi, sono Matt e Arin. Non riesco nemmeno a dirvi come mi sono sentita.. Tutta la gente si è fiondata su Matt e io mi sono messa a parlare con Arin, non so nemmeno come sono stata capace a non svenire. Tra una cosa e l’altra mi ha chiesto che lavoro faccio e quando gliel’ho detto mi ha risposto che ho un lavoro figo.. davvero???? ma secondo me quello con il lavoro figo è lui.. ma lasciamo perdere.. Riesco ad avvicinarmi a Matt e comincio a parlare anche con lui, è incredibile come, dopo l’impatto iniziale, si riesca a parlare con questi ragazzi, ci si rende conto di come siano persone normali.
Ad un certo punto Matt chiede se vogliamo qualche autografo, che domanda!! Gli chiedo se mi possono firmare la bandiera e la copertina di Hail to the King, lo fanno senza problemi, anzi ci mettiamo di nuovo a parlare del fatto che sono venuta dalla Sicilia solo per vederli, mi ringraziano per aver fatto questa follia! Dopo gli autografi è il momento delle foto, ne faccio una con Arin e una con Matt, sono al settimo cielo!

Stanno con noi per circa 20 minuti ma alla fine purtroppo devono andare via. Non riesco a farli andare.. chiamo Matt e gli chiedo se lo posso abbracciare (si lo so sembra una cazzata ma l’ho fatto davvero), lui viene e mi abbraccia, l’abbraccio più dolce del mondo, quasi non respiro. Quando sciogliamo l’abbraccio Arin si avvicina e mi abbraccia e, pur essendo mingherlino mi abbraccia con una forza inaudita.
Quando sciolgo anche l’abbraccio con Arin so che è davvero la fine, sappiamo già che Syn, Zacky e Johnny non verranno fuori. Arin e Matt si girano a salutarci di nuovo e poi vanno via.  Ci metto almeno 10 minuti a riprendermi, mi sento come se fosse stato tutto un sogno. Per fortuna ho gli autografi e le foto come prova che è successo tutto veramente. Finalmente un sogno è diventato realtà e non rimpiangerò mai il fatto di aver passato 10 giorni da sola negli Stati Uniti, ne è valsa la pena e lo rifarei!”

Giulia

Cincinnati & Boston 06/09-10-2013
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2 thoughts on “1. Cincinnati & Boston 06/09-10-2013”

  1. Oddio mi tremano le gambe…! Anche io sono siciliana, forse è anche per questo che mi sono immedesimata talmente tanto leggendo questo articolo! Ti assicuro che non sei pazza, anzi, sei un orgoglio! Complimenti, sei stata davvero fortunatissima e molto in gamba! 😀

    1. Anche io sono siciliana e anche io sono molto orgogliosa di lei 😀
      Arin e Matt erano sorpresi e contenti di vedere che veniva da così lontano.

      Tiziana

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